
Salento, settembre 2018
Sai che cos’è una sincronicità? Se ancora non lo sai, forse leggendo questa storia potrai entrare in relazione più profonda con questo prezioso ed importante concetto.
La sera nelle calde giornate estive ha sempre un fascino particolare, ma le sere di settembre sembrano avere qualcosa di ancor più magico. Un sapore dolce amaro, una stagione che sta per volgere al termine ci abbraccia mentre ancora sono vivide le splendide esperienze fatte di albe e tramonti sul mare e piedi nudi accarezzati dalle onde sul bagnasciuga.
In questi tempi moderni fatti di iper-connessione tecnologica capita di trovarsi dopo cena a scorrere sullo smartphone qualche articolo, notizia o anche, perché no, qualche frivolezza.
Capita allora che scorrendo si apra un video, due ragazzi giovani che presentano uno strano dispositivo con il quale riescono ad ascoltare una musica prodotta dalle piante.
Non è una novità assoluta per noi, ma il video comunque ci intriga e decidiamo di approfondire. Scopriamo che il dispositivo in questione lo hanno ideato, progettato e realizzato loro, è portatile e si connette via bluetooth allo smartphone. Il dispositivo in sintesi traduce le variazioni biochimiche della pianta in segnali elettrici tramite la tecnologia del bio-feedback e li invia ad un’applicazione che a sua volta li traduce in suoni. Bellissimo.
Arriviamo sul loro sito internet, vogliamo saperne di più. Troviamo il loro indirizzo ed il nostro cuore si gonfia di stupore: sono in Salento, a quarantacinque minuti da dove ci troviamo noi in vacanza in quel momento.
Il dispositivo lo avevano presentato e avevano iniziato a venderlo già a marzo, ma noi abbiamo trovato quel video in maniera del tutto sincronica proprio mentre ci trovavamo in vacanza in Salento. Vivendo noi a Bologna, l’occasione era imperdibile, dovevamo assolutamente contattarli.
Detto fatto, Edo e Kika si rendono disponibili a riceverci e a raccontarci la loro storia e la storia di Plants Play. Racconti di esperienze, viaggi, sogni ed emozioni, vita vissuta intensamente, storie affascinanti ed interessanti che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare dal vivo in un luogo speciale immerso nella natura, accompagnati dalla musica degli alberi.
Naturalmente acquistiamo il dispositivo e iniziamo a sperimentare, ma questa è un’altra storia ancora.
Bologna, autunno 2018
Tutto questo ci porta ad una notte in città, in un quartiere ne troppo grigio ne troppo rumoroso. Una dimensione cittadina verde e quieta, sostenibile anche per animi più sensibili. È una di quelle notti dove il sonno non sopraggiunge perché sembra che ci sia qualcosa da fare, qualcosa da dire, qualcosa da scrivere.
Su un quaderno in maniera spontanea alcuni versi iniziano ad immergersi nel verde di un bosco. Ad accompagnare la scrittura una riflessione semplice: se attraverso la tecnologia possiamo ascoltare la musica degli alberi, significa che gli alberi comunicano, hanno una loro voce. Tutto si collega con gli studi del botanico Stefano Mancuso sulla neurobiologia vegetale. Le piante non solo comunicano, ma mostrano un evoluto e sofisticato sistema di condivisione delle informazioni, una rete complessa ed estremamente affascinante.
A questo punto l’istinto artistico e quello spirituale si incontrano lasciando da parte la tecnologia. La riflessione prosegue approdando ad un punto cruciale:
con la giusta sensibilità ed il giusto livello di ascolto possiamo senz’altro entrare in relazione autentica e in comunicazione con il mondo vegetale.
Hermann Hesse, prima dell’avvento delle tecnologie necessarie ad osservare la vita segreta delle piante, scrisse:
“Gli alberi sono santuari. Chi sa parlare con loro, chi sa ascoltarli, conosce la verità. Essi non predicano dottrine o ricette, predicano, incuranti del singolo, la legge primordiale della vita”
Alcuni versi in inglese trovano la via e si lasciano scrivere, quella notte siamo andati a dormire sereni e gioiosi, consapevoli del patrimonio immenso rappresentato dal mondo vegetale. Un mondo che si offre a nostro sostegno e servizio donandoci ossigeno, cibo e molto altro, nutrimento e risorse sia fisiche che spirituali. Un mondo che siamo tenuti a rispettare e a tutelare, con il quale siamo chiamati a cooperare per la salvaguardia, oltre che del pianeta, dell’umanità stessa.
Altre strofe si sono aggiunte nei mesi successivi. Come denominatore comune una semplice domanda:
Hai mai sentito le voci degli alberi?
Alla prossima storia.
Ti ricordiamo l’appuntamento di lunedì 22 febbraio alle 21.00 in diretta.
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Andrea & Ilaria